Gli esami di endoscopia sono preceduti, nella maggior parte dei casi, da sedazione. Solo in determinati casi è possibile eseguire le procedure senza sedazione, con l’aiuto di un’anestesia topica a spray del cavo orale e faringe, per facilitare l’introduzione dello strumento di analisi nelle vie digerenti superiori.
Tutti gli esami endoscopici in sedazione sono preceduti dalla valutazione anestesiologica, eseguita dal medico anestesista, finalizzata a determinare la presenza di patologie preesistenti, alterazioni dell’attività respiratoria come russamento e apnee notturne, allergie ad alcuni farmaci o alimenti, reazioni a sedativi ed anestetici.
Che cos’è la sedazione e perché è necessaria
La sedazione per gli esami di endoscopia comporta una riduzione, farmacologica e limitata nel tempo, dello stato di coscienza del paziente, con l’obiettivo di massimizzare il benessere del paziente, rendendo meno fastidioso l’esame, riducendo lo stato d’ansia ad esso legato e al tempo stesso garantendo un’esecuzione ottimale dell’esame endoscopico.
La maggior parte degli esami endoscopici viene effettuata in sedazione cosciente: il paziente è sedato, ma in grado di percepire e rispondere agli stimoli verbali e tattili. Esami endoscopici più complessi e lunghi richiedono invece la sedazione profonda.
Come avviene la sedazione
I farmaci necessari per eseguire la sedazione si somministrano per via endovenosa o in infusione continua. I più comuni sono le benzodiazepine, il propofol e gli analgesici oppioidi. Durante tutta la durata della sedazione sono costantemente monitorate le funzioni cardiovascolari e respiratorie del paziente.
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