«Sono Adriano, seguito all’Istituto Oncologico Veneto da più di dieci anni. Quando mi è stato diagnosticato il tumore, per me e per i miei cari è stata una doccia fredda: chi se lo sarebbe mai aspettato? Da grande appassionato di lettura, mi immaginavo un futuro sereno, immerso nei miei adorati libri, libri che magari avrei letto a quel nipotino che desideravo tanto e che speravo arrivasse presto. Invece, è arrivata la diagnosi e mi sono sentito smarrito. All’Istituto Oncologico Veneto, però, ho trovato ascolto, medici competenti e, soprattutto, terapie innovative che mi hanno consentito di essere qui, oggi, a raccontarvi la mia storia».
«Anno dopo anno – spiega il Prof. Giuseppe Opecher, Direttore Scientifico dello IOV – grazie alla ricerca siamo in grado di offrire a molti nostri pazienti cure innovative, che oggi sono diventate le terapie di riferimento in diverse situazioni, con un forte impatto sulla sopravvivenza e la qualità di vita. Allo IOV, infatti, puntiamo molto sulla ricerca traslazionale, cioè direttamente applicata alle terapie di chi è in cura presso il nostro Istituto.
Sviluppare e promuovere nuove terapie è uno dei modi con cui l’Istituto Oncologico Veneto, grazie al sostegno di quei cittadini che ci donano il 5 per mille, combatte la sua quotidiana sfida al cancro. Sfida che, nel caso di Adriano, è stata ben combattuta»
Le terapie sperimentali mi hanno permesso di trascorrere tutti i questi anni insieme ai miei cari.
«Se ho potuto passare tutti questi anni assieme ai miei affetti più cari – conferma Adriano – è proprio grazie alle terapie sperimentali messe a punto dallo IOV attraverso la ricerca. La cura è nella ricerca, ma per sostenere la ricerca è necessario l’aiuto di tutti, anche il tuo: con il tuo 5 per mille puoi moltiplicare la ricerca e donare speranze a chi, come me, è in cura all’Istituto Oncologico Veneto».