«Sono Alessandra, sono portatrice della mutazione genetica BRCA1 e, a 27 anni, mi sono ammalata di cancro: all’improvviso mi sono trovata immersa in un mondo fatto di chemio e radioterapia, farmaci e interventi chirurgici. Durante la malattia tutti miei desideri si sono ridimensionati. Il solo “pensare al domani” era diventato un privilegio.
E’ stato in quel momento che ho capito I’importanza della ricerca. Perché la ricerca diventa conoscenza del tumore, la conoscenza diventa cura e la cura diventa speranza, la speranza di poter credere ancora in un futuro, il mio».
«La mutazione del gene BRCA1, di cui Alessandra é portatrice, predispone a un rischio maggiore, rispetto alla popolazione generale, di sviluppare un tumore ereditario della mammella e dell’ovaio» spiega il Prof. Giuseppe Opocher, Direttore Scientifico dell’Istituto Oncologico Veneto. «Allo IOV la ricerca sui tumori ereditari € iniziata molti anni fa, partendo proprio dai tumori della mammella e dell’ovaio. Questa esperienza ci permette, oggi, di offrire una consulenza specialistica e, se necessario, il test genetico anche per tutti gli altri possibili tipi di tumore ereditario».
I risultati ottenuti nei laboratori di ricerca dell’Istituto Oncologico Veneto vengono trasferiti direttamente al paziente, traducendosi in specifiche misure terapeutiche e di prevenzione. «Grazie alla solidarietà dei cittadini che hanno donato il loro 5 per mille allo IOV — conclude il prof. Opocher — disponiamo di tecnologie che consentono al nostro Istituto di offrire un’assistenza ai massimi livelli».
«All’Istituto Oncologico Veneto ho conosciuto medici competenti che, assieme a me, hanno condiviso giorni molto difficili, sono diventati le “spalle’ a cui potermi appoggiare — spiega Alessandra — permettendomi di essere qui, oggi, a raccontare la mia storia.
Da questa esperienza ho imparato molto, soprattutto ho capito che la cura è nella ricerca, ma per sostenere la ricerca è necessario l’aiuto di tutti: il 5 per mille moltiplica la ricerca e dona speranze a chi, come me, affida la propria vita all’Istituto Oncologico Veneto».